martedì 2 luglio 2013

Anticipazioni "Eselmir": intervista a Sebastiano B. Brocchi




D: Che rapporto hai con il mondo dei videogiochi?

R: Non posso sicuramente definirmi un esperto. Sono stato un videogiocatore da bambino e ragazzino, ma ormai sono alcuni anni che non tocco un joystick... e il computer lo uso soprattutto per scrivere ed elaborare foto e illustrazioni con Photoshop, quindi non mi resta molto tempo da dedicare ai giochi. Però è un mondo che mi ha sempre affascinato, credo che sia una delle frontiere più interessanti da esplorare per un creativo al giorno d'oggi. Infine, da quando ho cominciato a collaborare con Stelex Software alla realizzazione di "Eselmir e i cinque doni magici", ho cominciato ad acquistare saltuariamente riviste e cataloghi per aggiornarmi sulle novità nel campo videoludico e trarre così degli spunti e delle ispirazioni per il nostro lavoro... quindi posso dire di aver iniziato a farmi una piccola cultura "teorica" nel campo, e questa esperienza si sta rivelando istruttiva!

D: Ci sono dei videogiochi del passato che hai amato particolarmente?

R: In effetti sì, devo ammettere con una punta di nostalgia che, a mio parere, oggi, a fianco di alcuni prodotti davvero interessanti, ci siano molte produzioni seriamente discutibili sia per quanto riguarda l'aspetto artistico che i contenuti... un sacco di videogiochi violenti dalle immagini lugubri e raccapriccianti. Un po' rimpiango i bei videogiochi allegri e colorati dell'era "Super Nintendo", o i giochi per PC degli anni a cavallo tra il '90 e il 2000. Mi sono molto divertito e ho sinceramente apprezzato i personaggi e le ambientazioni di "Donkey Kong Country" (1994), "Young Merlin" (1994), "Star Wars episode 1" (1999), "Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re" (2003) o ancora diversi giochi di costruzione e strategia come "Age of Empires" (1997), "Faraon" (1999), "Il Signore dell'Olimpo: Zeus" (2000)...

D: Tra le produzioni videoludiche attuali, ce ne sono alcune che ti ispirano particolarmente?

R: Sono rimasto ben impressionato dall'universo visivo di "Tera", "Guild Wars" e "The Elder Scrolls", con una menzione speciale per il bellissimo "Trine"; videogiochi che sento abbastanza vicini al mio stile iconografico...

D: Un videogioco ispirato alla saga dei Pirin, che effetto ti fa?

R: Penso che per me come per la maggior parte degli autori, soprattutto di fantasy, l'idea di vedere la propria immaginazione "prendere vita" (seppure solo su uno schermo di computer) sia un sogno nel cassetto. Vale ancora di più per me che sono tra quegli autori che illustrano di propria mano i libri che scrivono. Vedere il lavoro dei programmatori che "animano" i miei disegni è un'esperienza decisamente emozionante! Inoltre, ho la fortuna di poter essere coinvolto in ogni fase dello sviluppo del videogioco, perciò credo che il risultato finale rispecchierà molto fedelmente le mie idee; anche se talvolta, com'è naturale, devo confrontarmi con gli oggettivi limiti tecnici di programmazione e scendere  a qualche compromesso...

D: Per adesso di questo videogioco sappiamo poco più che il titolo, "Eselmir e i cinque doni magici", e che si tratterà di un'avventura grafica "punta e clicca" basata su una trama alternativa, uno spin-off della saga. Puoi darci qualche ulteriore anticipazione?

R: Sono state divulgate poche informazioni perché il gioco è ancora nelle prime fasi di sviluppo e molti aspetti sono provvisori. Né io né i ragazzi di Stelex Software possiamo ancora sbilanciarci nell'ipotizzare una data di uscita. Ci sembrava comunque giusto far sapere al pubblico a cosa stiamo lavorando. Sul gioco posso dire che sarà un vero e proprio complemento indispensabile per chiunque desideri approfondire l'esperienza nell'universo Pirin anche dopo la lettura del libro, scoprendo un vastissimo repertorio di nuovi personaggi e creature, luoghi e oggetti dal fascino misterioso. Gli scenari saranno in 2D (anche se si sono cercati numerosi accorgimenti per accentuare il "senso di profondità"), molto colorati e luminosi, davvero ricchi sul piano iconografico, e sopratutto ricalcheranno pienamente le atmosfere evocate dalle illustrazioni del libro.

D: Per quanto riguarda la trama?

R: Posso dire che in questo gioco la trama sarà tutt'altro che un elemento "secondario", come è il caso in numerose produzioni più incentrate sull'azione. Sarà una storia "da libro" a tutti gli effetti, con vicende intricate e dialoghi di spessore, con una buona dose di spunti di riflessione filosofica e passaggi decisamente poetici. Non bisogna tuttavia immaginare che si tratterà di un gioco eccessivamente "intellettuale": non mancheranno di certo i momenti più avventurosi e avvincenti...

D: Quali i rapporti con la saga letteraria?

R: Nelle primissime fasi di progettazione, avremmo potuto optare per una trasposizione "diretta" della trama del romanzo, ma poi si è preferito scegliere la strada dello spin-off per diversi motivi. In primis, questo avrebbe conferito al videogioco una maggiore "suspense", facendo sì che anche i lettori del romanzo si trovassero confrontati con una storia del tutto nuova e dagli sviluppi inaspettati. In secondo luogo, il romanzo ha uno stile narrativo davvero particolare, che non segue un percorso regolare ma appare piuttosto come un mosaico che si compone via via con continui cambiamenti di protagonista e periodo storico. Una dinamica che sarebbe stata più difficile da trasformare nella sequenza narrativa di un videogioco; anche se certamente andava almeno in parte preservata per rendere evidente la filiazione di "Eselmir" all'universo della saga. Difatti, anche in "Eselmir", malgrado uno svolgimento complessivo più "lineare" e incentrato su un solo protagonista, il giocatore si troverà ugualmente confrontato con numerosi racconti e vicende intercalari, e avrà la possibilità di conoscere (per esempio consultando antichi manoscritti) eventi del passato le cui conseguenze si ripercuoteranno sul presente.
I lettori ritroveranno moltissimi elementi del romanzo, ne incontreranno di nuovi, e avranno persino la possibilità di scoprire in anticipo alcune informazioni che saranno poi sviluppate nei futuri volumi della saga...




D: Che tipo di contributo stai dando a questo progetto?

R: Oltre alla scrittura della storia e dei dialoghi e allo studio dei diversi enigmi (per i quali posso comunque avvalermi degli ottimi consigli di Stelex Software con cui discuto con cura ogni sequenza prima di passare alla fase operativa) mi occupo delle illustrazioni, e quest'ultimo aspetto è sicuramente preponderante per la mole incredibile di lavoro che genera: per "Eselmir" ho già disegnato decine e decine di personaggi, oggetti e ambientazioni, e il lavoro è appena cominciato! Infine, mi occupo della costante supervisione dell'avanzamento del progetto, segnalando eventuali correzioni o miglioramenti "in corso d'opera". Nei limiti delle mie modeste competenze in ambito musicale, cerco anche di dare spunti, consigli e critiche costruttive per la colonna sonora. Insomma, mi sto impegnando "a tutto tondo" per la riuscita di questo entusiasmante progetto!

D: Per quanto riguarda il design, ci sono differenze sostanziali tra illustrare un libro o un videogioco?

R: Direi di sì. In un libro bastano alcune tavole illustrate per dare la possibilità al lettore di immedesimarsi nei paesaggi o per avere un'impressione dell'aspetto di un certo personaggio. In un videogioco, ogni singolo elemento della storia dev'essere per forza illustrato, nulla può essere lasciato all'immaginazine del giocatore! Perciò, sebbene il romanzo "Le memorie di Helewen" contenga già un gran numero di illustrazioni in bianco e nero e a colori, queste non sono che un assaggio rispetto all'immane lavoro necessario a costruire l'universo grafico di un videogioco...

D: E i cinque doni magici ai quali allude il titolo? Cosa puoi dirci al riguardo?

R: Si riferiscono ai cinque episodi ricordati nella leggenda di Theoson l'orafo (cfr. "Le memorie di Helewen", pagg.33-62) , in cui quest'ultimo ricevette in dono degli oggetti dalle virtù miracolose. L'idea alla base del videogioco, è quella di contraddire la convinzione espressa da re Helewen nel romanzo, ovvero che del destino di questi favolosi oggetti si sia persa ogni traccia dopo la morte di Theoson. Con la storia di "Eselmir" il giocatore scoprirà dei retroscena imprevisti che ribalteranno questa visione del passato...

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