domenica 27 dicembre 2015

Il grifone a guardia di Borpehywhel



Pochi sanno come e perché l'ultimo rappresentante vivente dell'antichissima stirpe dei grifoni sia giunto al castello di Borpehywhel, dove divenne la fidata e vigile sentinella della dimora delle Fate delle nubi...
La leggenda è tramandata solo dagli anziani di alcuni villaggi costieri nelle vicinanze del castello, i quali narrano che in tempi remoti Sauroteniah, la regina di Borpehywhel, si recò nella terra di On-Ifar. Qui, il Genio della Cascata le offrì ospitalità presso la sua dimora. Sauroteniah trascorse momenti molto piacevoli nella reggia, tanto che, quando arrivò il momento di ripartire, volle offrire un dono al Genio che gli ricordasse per sempre la sua gratitudine. La regina, usando sette raggi di luce, diede forma ad un arcobaleno, e lo pose come ornamento ai piedi della cascata. A sua volta, il Genio, che nel tempo trascorso insieme si era innamorato della Fata, volle ricambiare il dono offrendo a Sauroteniah un possente grifone che la proteggesse vegliando su di lei giorno e notte. 


giovedì 17 dicembre 2015

Videogame Eselmir: preparatevi alla magia



Vogliamo aggiungere un tocco di magia in più a quella che si respira ovunque nel periodo natalizio, e lo facciamo pubblicando una nuova locandina del videogame "Eselmir e i cinque doni magici" (in corso di sviluppo ad opera di Stelex Software in collaborazione con l'autore della saga, Sebastiano B. Brocchi). Riconoscete quest'ape d'oro? Esatto: è uno dei cinque doni che ricevette re Theoson per compiere la sua mitica avventura alla volta delle montagne d'oriente. Uno dei cinque doni magici al quale allude il titolo del videogioco. Aspettate ancora qualche mese per poter scoprire e usare voi stessi il suo potere, diventando protagonisti delle fantastiche vicende di Eselmir... 



giovedì 10 dicembre 2015

Auguri da sogno!



Quest'anno vi auguriamo Buone Feste e Felice Anno Nuovo mettendo a vostra disposizione due nuovi biglietti natalizi che potrete condividere con i vostri cari, inviandoli via e-mail, postandoli sui vostri profili social o stampandoli, per dare un tocco di fantasia ai vostri auguri! 


lunedì 30 novembre 2015

Eselmir: il primo video teaser del videogame!




Ad alcuni mesi dalla commercializzazione (la data di rilascio non è ancora stata resa nota dalla casa di produzione), Stelex Software rivela il primo entusiasmante video teaser ufficiale del videogame ispirato alla saga dei Pirin, intitolato "Eselmir e i cinque doni magici"! Il video era stato mostrato in anteprima assoluta in occasione della E-Games : Suisse Toy di Berna in ottobre.
Continuate a seguirci per scoprire ogni mese aggiornamenti, interviste e dietro le quinte di questo epico progetto...

versione inglese:


versione italiana:


giovedì 26 novembre 2015

Evyid, la giumenta di Ifalnor



"Senza dire nulla, Ifalnor chiese al fattore di portarlo dalla giumenta. Arrivato alla fattoria, chiese quale fosse il nome della cavalla, e il contadino rispose: “Si chiama Evyid (...)" (da "Le memorie di Helewen").

lunedì 16 novembre 2015

Festeggiamo tre anni di magia!



Per festeggiare con voi il terzo compleanno della saga dei Pirin (contando dalla pubblicazione del primo volume, "Le memorie di Helewen", il 17 novembre 2012) pubblichiamo un nuovo wallpaper gratuito ispirato ai paesaggi fiabeschi del libro: in questo caso il magico castello di Borpehywhel! Continuate a seguirci per scoprire ogni mese nuovi aspetti dell'universo Pirin e restare aggiornati sulle news della saga! 



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lunedì 5 ottobre 2015

Stelex Software alla E-Games : Suisse Toy



Si è appena conclusa E-Games : Suisse Toy, la più importante manifestazione videoludica ospitata su suolo elvetico, dove Stelex Software ha presentato in anteprima al pubblico alcune immagini e una demo giocabile del videogame "Eselmir e i cinque doni magici", per un primo impatto con questa avventura grafica ambientata nell'universo fantasy della saga dei Pirin ad alcuni mesi dalla sua commercializzazione (la data di rilascio non è ancora stata resa nota dalla casa di produzione). Godetevi questa galleria fotografica dallo stand di Stelex Software! 

















giovedì 1 ottobre 2015

Elmi



Esistono numerose tipologie di elmi tra gli eserciti del continente di Gaimat, diversi sia per lo stile che per i materiali utilizzati. 
I più  preziosi e raffinati dal punto di vista estetico, sono sicuramente quelli realizzati a Lothriel e On-Ifar: i primi completamente d'oro e decorati con lunghe penne di cigno o fagiano e creste di crini equini, i secondi rivestiti d'argento lucido e arricchiti da svolazzi di seta. Vere e proprie opere d'arte, prima ancora che oggetti bellici. 
Strutture e decorazioni complesse, sebbene realizzate con materiali meno pregiati, si ritrovano anche presso i Pegmenjabaroi, che realizzano caschi leggeri in cuoio ma usano abbellirli con alcuni dettagli dorati (nell'illustrazione, in basso a sinistra, riportiamo un elmo della città di Adesi Nothar), o i Fhegòlnori, che fanno largo uso di scaglie di cuoio, corna e decorazioni in rame, ottone o bronzo (in basso a destra, l'elmo di un guerriero di Hèol, all'estremo nord del continente).
A Noghard gli elmi sono generalmente forgiati in rame o bronzo, risultando perciò meno solidi di quelli in dotazione agli eserciti di Duhjum o Sandovelia, in ferro o acciaio. Tra i più efficaci dal punto di vista difensivo troviamo gli elmi indossati dai baroni di Folklord (nell'immagine, all'estrema destra, un elmo forgiato a Veliaklord Heleron), in robusto acciaio, munito di una fessura a forma di "T" per la vista e la respirazione.
Del tutto singolari gli elmi realizzati in legno nell'Impero di Hagardtyh, di forma cilindrica e altezza fino a tre volte quella effettiva del capo. La vista e la respirazione sono permesse da una serie di fori e fessure che percorrono il cilindro su tutta l'altezza, anche a scopo decorativo.

giovedì 24 settembre 2015

Eselmir: un'avvincente odissea tra terre e mari misteriosi



Abbiamo il piacere di annunciare che la Stelex Software sarà presente alla E-Games: Suisse Toy a Berna da venerdi 2 fino a domenica 4 ottobre 2015, dove avrà luogo la prima presentazione al pubblico di "Eselmir e i cinque doni magici" in suolo elvetico, con un trailer e alcune anteprime del gioco in corso di sviluppo, tra cui una demo giocabile! Mentre per voi che ci seguite sul web, presentiamo oggi una nuova locandina del videogame: l'immagine, che ci mostra un paesaggio marino i cui  oscuri fondali sembrano popolati di enigmatiche presenze, allude alla molteplicità dei luoghi che l'eroe Eselmir dovrà affrontare per venire a capo della sua epica ricerca...

lunedì 7 settembre 2015

Har Orichil, il Rifugio delle Farfalle



Gli Elfi Asi nascono sugli alberi, da grosse crisalidi simili a conchiglie turchesi, e si dice che dopo la loro morte, prima di fare ritorno al creatore Inkahal, si tramutino in farfalle. Grandi farfalle dalle ali blu o violette, che per alcuni anni vagano tra gli sconfinati boschi e le radure fiorite della terra di Asur. Prima di lasciare questo mondo, le farfalle si danno appuntamento alle fonti sacre di Har Orichil (letteralmente: il Rifugio delle Farfalle), una delle maggiori città elfiche, dove è possibile vederne a sciami di centinaia compiere un'ultima volta la loro incantevole danza. 

mercoledì 26 agosto 2015

Stelex Software alla Gamescom 2015



Per tutti gli appassionati di videogiochi: i ragazzi di Stelex Software ospiti nella puntata speciale dedicata alla Gamescom di Calavera Cafè - il Podcast delle Avventure Grafiche (prodotto da Adventure's Planet in collaborazione con Italian Podcast Network e OldGamesItalia). 

giovedì 16 luglio 2015

Le terre di Hagorbad




"Nella regione ero l’unico a possedere delle serre, poiché in questo paese esse vengono usate solo dai principi per custodire i più bei fiori dei loro castelli, ma non dai contadini! Certo, le serre sono molto costose, ma il beneficio per i frutti e gli ortaggi coltivati è più che considerevole" ("Le memorie di Helewen").


giovedì 9 luglio 2015

Recensione de "Le memorie di Helewen" su Cronache di un Sole Lontano



Il sito di fantasy e fantascienza "Cronache di un Sole Lontano", ha pubblicato oggi una bellissima recensione del romanzo "Pirin - Le memorie di Helewen" firmata dalla scrittrice Artemisia Birch, che riportiamo qui di seguito:

Un cammino costellato di luci e ombre, apici e abissi, ostacoli e imprese eroiche quello in cui ci conduce Sebastiano B. Brocchi, giovane autore svizzero nato il 18/03/1987 a Lugano, dove tuttora risiede. Appassionato ed esperto in storia dell’arte, filosofia ermetica, simbologia sacra e alchimia interiore, Sebastiano B. Brocchi ha pubblicato nel 2004 la sua prima opera “Collina d’Oro-I Tesori dell’Arte”, nel 2005 “Collina d’Oro Segreta”, nel 2006 “Riflessioni sulla grande Opera”, nel 2009 “Favole Ermetiche” e nel 2011 “L’Oro di Polia” (casa editrice Kimerik).
"Le memorie di Helewen" è il primo libro della Saga dei Pirin, popolo di semidei delle alte montagne d’Oriente, di cui ben poco è noto.

Durante la primavera del sedicesimo anno dell’Ottava Era del mondo, il fiume Pafantehes-yedo è solcato da una zattera che trasporta verso la Villa delle Magnolie un uomo, una donna e un ragazzo di quindici anni dalla carnagione scura e su una sedia a ruote, Nhalfòrdon-Domenir, Splendente Narciso. Quella sarà l’ultima volta che egli vedrà i suoi genitori, diretti in una spedizione alla scoperta di terre sconosciute di oltreoceano. Il ragazzo viene affidato al padrino Helewen, un nobile signore di 240 anni, dotato di eterna giovinezza, poiché appartenente alla stirpe dei Pirin.
Seguirà un racconto sulle origini e le usanze di quel popolo e del regno di Lothriel e Domenir sarà incaricato di scriverne le molteplici storie senza trascurarne i particolari.
L’arrivo di Domenir presso la dimora di Helewen viene presentata dall’autore come un affresco dalle tinte vivide e soffuse, così come le numerose descrizioni che accompagnano la lettura, descrizioni precise e dettagliate, ma simili a pennellate filtrate con la lente del sogno. Ne risulta un quadro ricco di fascino ed estremamente funzionale alle vicende narrate.
Dal racconto dei Helewen prende vita un dedalo di storie che si intrecciano con sapiente leggerezza, dal raro pregio di saper scendere nella profondità dell’animo dei protagonisti, e inevitabilmente in quello del lettore, per intraprendere un cammino di trasformazione, simboleggiato da contrasti ricorrenti tra ombra e luce, sole e tenebra: “Avvenne, perciò, che una giovane libellula, nascosta sui fondali, vide come Uhilyn amò Theoson. Poco tempo dopo, la libellula emerse e compì la propria metamorfosi, involandosi leggera nell’aria. Fu lei a rivelare alla luce ciò che si era compiuto nell’oscurità del lago”. Un percorso attuato tramite l’uso di oggetti magici. Sono proprio tali oggetti che sublimano e sostengono l’animo già incorrotto dei protagonisti, portandoli a compiere imprese impossibili. Basti pensare all’orafo Theoson, in grado di forgiare il metallo per eccellenza, l’oro, che nell’ottica alchemica è ricerca spirituale, anelito di perfezione.
I protagonisti usano oggetti dati loro in dono per riconoscenza da persone/creature salvate da pericoli e difficoltà, grazie al cuore retto e altruista di colui che intraprende il viaggio. Ed è proprio la purezza di cuore il presupposto essenziale per poter ambire alla trasformazione. Non a caso, ciò che spinge alle difficili imprese è il più alto dei sentimenti, l’amore.
Le vicende proposte rimandano ad uno stretto rapporto uomo/natura, un serrato connubio con il mondo animale e vegetale, che concorrono, e a volte ostacolano, il raggiungimento delle mete prefissate. E a volte capita di dover guardare alla propria parte oscura, simboleggiata dal dente di drago, in modo da potervi ricorrere per respingere i pericoli, o doversi servire di stratagemmi per la manipolazione del tempo, nel caso dello specchio o delle calzature del druido, o ancora avere come guida colei che distilla il nettare e dimora in casette esagonali, l’ape d’oro, in grado di indicare la via giusta.
Tutto viene evocato con una grande padronanza dei contenuti esternati e di quelli taciuti, donando alla linea narrativa visibile una solidità imponente, cementata da ciò che giunge dal basso e si rivela ai soli occhi dell’intuizione. Nonostante ciò, la scorrevolezza risulta evidente, sostenuta da un linguaggio fiabesco e a tratti arcaico: “… mi catturò e legò ad una betulla con cordami fatti di resina, rugiada e vento”.
Realtà latente e mai scontata è quella divina, incarnata dagli dèi quali Ghaladar, dio del Sole, che racchiude in sé la perfezione del tempo, rappresentata dai simboli del disco solare alato, della ruota, della svastica e dell’esagramma. Il dio del Sole si unisce per amore ad una creatura fatata, appartenente al popolo dei fiori, ma dal tradimento perpetrato dalla fata per amore di un uomo, ha origine il popolo dei Pirin. Quella che unisce l’umanità alla divinità è un’altra relazione di grande importanza. Il divino non vive per sé stesso, è in stretto rapporto con colui che lo contempla e riconosce la sua immanenza: “Ricordatevi che la mia luce brillerà finché la onorerete. Se dimenticherete di mantenerla in vita rivolgendo a lei il vostro animo, allora essa vi lascerà, e non avrete più, nel mondo, altra guida che voi stessi.” Se guardare qualcuno, o qualcosa, significa rivolgere a lui il proprio animo, allora significa amarlo, e ciò apre le porte alla magia che tale contemplazione inevitabilmente suscita.
L’elemento magico è, così, parte integrante delle avventure e del vissuto del singolo, a patto che si resti nell’ottica del Fantasy, in cui, secondo l’autore “Lo straordinario si identifica nell’ordinario e magico diventa ciò che solitamente, nella vita di tutti i giorni, viene dato per scontato, così i sentimenti umani diventano qualcosa di sacro, vere magie. Ed è eccezionale come talvolta sia più facile riconoscere la magia della nostra realtà soltanto vedendola riflessa nello specchio dell’immaginazione. Perché lì, anche una cosa semplice, la più umile, viene distillata fino ad attingere una sfera epica, divina, fatata, in grado di assorbire la nostra attenzione e la nostra ammirazione.

Particolare da non trascurare sono le numerose illustrazioni, splendide immagini scaturite dalla potente vena creativa dell’autore, che ci mostra, oltre ai personaggi, mappe, divinità, popoli, flora, fauna, alfabeti, numeri, calendari, stemmi e simboli con una chiarezza e una sistematicità che stupisce e ammalia.
Le memorie di Helewen è un libro da leggere tutto d’un fiato, ma anche da soppesare con attenzione, perché rimanga un’indelebile esperienza di conoscenza e di sfida, salvo poi arrivare all’ultima pagina e accorgersi con sorpresa di aver superato solo la prima prova…

giovedì 2 luglio 2015

Eselmir e le creature fatate



Pubblichiamo oggi uno screenshot inedito dal videogioco ancora in fase di sviluppo "Eselmir e i cinque doni magici" (Stelex Software). In questa immagine del gioco assistiamo all'incontro con una delle tante creature fatate che popolano il mondo di Gaimat. In questo caso una delle Wifenpi, ovvero le Nereidi o Ninfe dei mari. Questa stirpe di Fate non è descritta nel romanzo "Le memorie di Helewen", a dimostrazione di come l'avventura grafica prodotta da Stelex ci permetterà di scoprire molti nuovi aspetti di questo universo fantasy, anticipando almeno in parte personaggi, luoghi ed eventi che ritroveremo nei prossimi volumi della trilogia letteraria...





giovedì 25 giugno 2015

Serlothriel, il sacro leone alato




"Il suo nome significa la Forza di Lothriel. Monterai sul suo dorso, tenendo in pugno la lunga criniera, e con esso volerai a Sandovelia" (Le memorie di Helewen).

domenica 21 giugno 2015

Il bacio di Miràlah



"Fu così che la bella Miràlah chiuse gli occhi, e posò le sue labbra su quelle ammutolite di Folsarèd, e le vedemmo accendersi di luce ambrata, come se nella bocca della Fata stesse ardendo la fiamma di una fornace per la fusione dei metalli".

La storia del magico bacio di Miràlah è narrata a pag. 284 del romanzo "Le memorie di Helewen".

venerdì 5 giugno 2015

Videogame "Eselmir": un viaggio tra luce ed ombra



Vi riveliamo oggi un nuovo poster ispirato al videogame "Eselmir e i cinque doni magici" (in corso di sviluppo da parte di Stelex Software). In questo artwork realizzato da Sebastiano B. Brocchi vediamo Eselmir, armato di fiaccola, esplorare una grotta popolata da misteriose creature avvolte dall'oscurità. Un intrigante anticipo che, dopo le vette innevate mostrate nel wallpaper presentato in occasione della Gamescom 2014, ci mostra la varietà dei luoghi e contesti in cui si svolgerà questa avvincente avventura grafica... Non ci resta che aspettare. Continuate a seguirci per restare aggiornati! 


martedì 19 maggio 2015

Tra le note di Lothriel: intervista a Urs Wiesendanger


nella foto: il produttore musicale Urs Wiesendanger (a sinistra)
in compagnia del cantante e musicista Marco Santilli (a destra).


L'anno scorso vi abbiamo presentato in un'intervista esclusiva il talentuoso cantante e musicista Marco Santilli, coinvolto nella creazione della colonna sonora del videogame "Eselmir e i cinque doni magici" (Stelex Software). Il brano più importante tra quelli realizzati da Marco per il gioco è intitolato "The Way To Lothriel" una canzone ispirata al viaggio di Theoson verso il regno di Lothriel tra le montagne orientali, sostenuta da una base strumentale che promette di trasportarvi nelle atmosfere epiche di questa straordinaria avventura fantasy. 
Abbiamo oggi il piacere di discuterne, in una nuova intervista esclusiva, con il produttore musicale Urs Wiesendanger. Siamo lieti, inoltre, di farvi ascoltare un primo breve teaser del brano (video pubblicato in fondo all'intervista). 




D: Urs, puoi parlarci del tuo percorso nel campo della musica e di come sei diventato produttore?

R: Sono cresciuto in una famiglia musicale. Mio padre, mia madre e mio fratello hanno tutti suonato uno strumento. Mio padre è stato il mio primo insegnante di pianoforte e mi ha avvicinato al jazz. Mentre quando avevo 13 anni mio fratello maggiore Chris mi ha fatto conoscere la musica pop e il funk. Da quel momento, oltre a suonare pianoforte e batteria, mi fu subito chiaro che volevo diventare produttore di musica. 

D: Come hai conosciuto Marco Santilli e a quali progetti avete collaborato?

R: Nel 2006 ai Powerplay Studios, dove lavoro tuttora, quando Marco stava registrando nello Studio A con una Big Band. Mi fece ascoltare alcune demo di sue composizioni che suscitarono il mio interesse  e decisi quindi di lavorare con lui. Ci siamo subito intesi molto bene e siamo diventati un bel team, negli anni si è pure instaurato un forte legame di amicizia tra noi. 

D: Cosa pensi della musica di Marco?

R: Marco è un formidabile autore di canzoni, il bello dei suoi brani è che sono fortemente "autonomi", molto avvincenti, sempre con una nota personale. Per me è sempre piacevole e stimolante produrre ed arrangiare assieme a lui le sue composizioni. 
Ciò che è affascinante, è come io debba estrarre tutti i "registri" e non essere sottomesso al solito filone della musica pop. Di conseguenza ogni produzione è super avvincente!

D: Che impressione hai avuto sentendo parlare di questo progetto?

R: Normalmente tutto ciò in cui Marco è coinvolto mi interessa. Quando mi ha raccontato del progetto del videogioco, della trama del romanzo e mostrato la musica da lui scritta per l’occasione, il mio volto si è acceso di entusiasmo.

D: Quali sono stati gli aspetti più delicati o difficili nella registrazione di "The Way To Lothriel"? 

R: Credo che il punto cruciale (come per ogni mia produzione) sia la qualità della parte vocale. Fondamentale è che all’ascoltatore giungano tutte le emozioni della canzone. Devo inoltre ammettere che la particolare struttura della canzone (con le sue parti orchestrali) ha rappresentato una vera e propria sfida riguardo l’arrangiamento. 

D: Pur non avendo letto il romanzo "Le memorie di Helewen" (perché non ancora tradotto in tedesco), che idea ti sei fatto di questo universo fantasy? E cosa pensi dello stile delle illustrazioni? 

R: Mi sono fatto l’idea di un mondo che ci invita a sognare e nel contempo ci da una chiave di lettura di alcuni aspetti della realtà in cui viviamo. Le illustrazioni hanno una speciale luminosità, qualcosa che fa stare bene... Proprio spettacolari, incredibile la loro qualità tridimensionale!

D: Ti è piaciuto lavorare alla colonna sonora di un videogioco? Ti era mai capitato di lavorare in questo ambito?

R: Mi ha fatto enormemente piacere ed è pure il PRIMO videogioco del quale sono partecipe!




mercoledì 13 maggio 2015

Aewa Dhulfi, il regno dei mille lupi



Situata nelle propaggini più settentrionali del vasto Impero Sandoveliano, Aewa Dhulfi è un'importante città degli Arion. 
L'architettura cittadina è piuttosto austera, con edifici bianchi e tetti a piode di pietra grigia. Il borgo, affacciato sul nebbioso Chirehènevi (Lago dalle verdi acque), è incastonato tra promontori e speroni rocciosi ricchi di boschi, il più alto dei quali è battezzato Monte Lupo in ragione della sua somiglianza al muso di questo animale.

Lo stesso animale ha dato il nome alla città, che significa appunto "Mille Lupi", in ricordo di un branco magico di animali fatati, capeggiati da una lupa bianca e un lupo nero, posti al comando della regione nella lontana Seconda Era. Figli di Mahii, il Dio della giustizia, i due grandi capi branco (che divennero emblema del regno figurando sul vessillo cittadino) furono guardiani implacabili del diritto e della legge per molti secoli. La lupa bianca era chiamata Scorta degli Onesti, perché ovunque andasse si batteva per proteggere chi agiva secondo la legge, e anche in epoche successive rimase un'importante figura devozionale invocata da quanti mettevano a rischio la propria vita per testimoniare in tribunale. Il lupo nero era detto Persecutore dei Rei, giacché temuto in tutta la regione come inseguitore e divoratore di chi infrangeva il codice di leggi del regno.

Un'eco di questo passato magico avvolto dalle nebbie del tempo si ritrova nella consuetudine dei sovrani di Aewa Dhulfi di rispettare pedissequamente la pubblica morale e intervenire - spesso anche in questioni internazionali - per riportare sulla retta via quei regnanti o Paesi che si siano dimostrati irrispettosi di patti, codici e giuramenti. Da quando il regno di Aewa Dhulfi fu annesso all'Impero di Sandovelia, è consuetudine consolidata che i più grandi giudici imperiali provengano proprio da questa influente città nordica. 


martedì 5 maggio 2015

Melim Hè, la città della dolce acqua



Dopo la grande roccaforte di Mason Gottbin, la città di Melim Hè rappresenta il più influente insediamento edificato dal popolo dei Nani. Il suo nome significa la Dolce Acqua, perché l'acqua che sgorga da alcune delle numerose sorgenti nel suo territorio (note anche per le virtù curative) ha un caratteristico sapore zuccherato, che alcuni paragonano allo sciroppo di fiori di sambuco, oppure al gusto dell'idromele. Non a caso la città sovrasta le alte gole del fiume Ñedoghend, il cui nome significa appunto Idromele, in onore di una delle bevande preferite dai Nani. 

Alla rocca si accede da un lunghissimo ponte che collega i due versanti della gola, passando su una strada lastricata e smaltata color rosa, con intarsi di giada che narrano i principali fatti della storia del regno e le imprese eroiche dei suoi sovrani. Alle spalle della città fortificata la montagna si apre come un libro: sulle vestigia di un'antica cava di pietra dalle alte pareti, i Nani hanno scolpito a bassorilievo il colosso del primo re di Melim Hè, e sopra di lui una grande coppa ricoperta d'oro, a sua volta sormontata dalla scultura di una testa di toro. Questi simboli richiamano il mito della fondazione cittadina, che affonda in un'epoca lontana in cui il re dei Nani affrontò e sacrificò un toro sacro, l'animale fatato che governava quei territori nella Seconda Era. 

mercoledì 22 aprile 2015

Re Faaiyasel e il Nano




Faaiyasel, nome di un imperatore di Hagardtyh della Settima Era, significa "Lunghi baffi". Piuttosto curioso, dal momento che tutti quelli che l'hanno incontrato sostengono che non li portasse...

Esiste anche un aneddoto, al tal proposito, riportato negli ambienti di corte ad Hagardty. Si narra che, un giorno, giunse a palazzo un ardito esploratore della stirpe dei Nani, soprannominato Grillo del monte Innijadis in quanto abile scavatore di gallerie, una delle quali gli aveva fatto scoprire un tesoro nascosto nella suddetta montagna del  regno di Melim Hè. Siccome il tesoro conteneva alcune importanti reliquie provenienti da Hagardtyh, il Grillo fu accolto con grandi onori presso la corte imperiale dove re Faaiyasel si disse fermamente intenzionato a ricompensare generosamente il Nano che gli aveva riportato i preziosi oggetti. 

Durante un banchetto, il Grillo, che non era certo abituato alla compostezza dei rituali di corte, ebbe la sfacciataggine di chiedere apertamente: "Imperatore, di grazia, posso sapere perché mai, pur avendo avuto in sorte questo nome, di lunghi baffi, sul vostro viso, non ne vedo traccia?".

Sebbene la domanda se la fossero posta, già da molto tempo, tutti i presenti al banchetto, nessuno aveva mai osato rivolgerla direttamente al sovrano, temendo di passare per spudorati. 
Il re, invece, non si scompose, e così parlò: "Sono lieto, amico Nano, che me l'abbiate domandato. In realtà voi avete più coraggio di tutti i presenti a questa mensa, fra i quali siedono persino i più valorosi generali del mio esercito! Dovete sapere che, in realtà, da giovane portavo i baffi molto lunghi... da quando erano spuntati non li avevo mai tagliati. Ma poi ricevetti un oracolo: un indovino molto sapiente mi esortò a tagliarmi i baffi - conservandoli in uno scrigno - e non farli più ricrescere fino al giorno in cui qualcuno mi avrebbe chiesto come mai portassi il nome Faaiyasel senza sfoggiare lunghi baffi. A costui avrei dovuto proporre una scelta: diventare ministro del tesoro imperiale, o depositario dello scrigno in cui erano custoditi i baffi che portavo in gioventù". 

Il Nano fu talmente divertito da quella proposta così inconsueta che decise di accettare la seconda offerta, rinunciando così a diventare tesoriere e ricevendo in dono lo scrigno con i baffi del re. Faaiyasel, a sua volta meravigliato dalla risposta del Grillo, gli rivelò un segreto: secondo la profezia, colui che avesse ricevuto lo scrigno avrebbe ottenuto, con esso, la carica di Consigliere Reale. Perché un sovrano deve tributare grande stima a colui che, senza farsi abbagliare dalla ricchezza e magnificenza di ciò che vede trovandosi al cospetto dell'Imperatore, gli fa notare, invece, ciò che manca. Non fosse altro che un dettaglio apparentemente insignificante, come un paio di baffi! 

venerdì 3 aprile 2015

Videogame "Eselmir": foto dal making of




Sempre più impazienti per l'uscita del videogame "Eselmir e i cinque doni magici"? Anche noi! Per addolcire l'attesa, eccovi qualche foto dal making of. Nelle immagini, Stefano Maccarinelli e Sebastiano B. Brocchi, nel "quartier generale" di Stelex Software, si scambiano idee e impressioni su alcune scene del gioco... 
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