"Più a valle, le cupole blu della città di Bin Pantidari, alla biforcazione del fiume Maahelf" (da "Hairam Regina").
La capitale di questo fiorente principato dei Duharion (gli Uomini dell'Est) ha uno stile architettonico che risulta alquanto influenzato dai limitrofi regni di On-Ifar, a ovest, e Melim-Hè, a nord. Con questi due, potremmo dire che Bin Pantidari costituisca un triangolo, una sorta di "cintura", intorno agli alti monti che racchiudono il reame dei Pirin. Dalla raffinata On-Ifar, la città dei prìncipi ha chiaramente ereditato le tipiche cupole a cipolla e gli alti minareti che la ornano. Dai Nani di Melim-Hè, invece, le solide, basse e larghe mura, oltre alla struttura urbanistica che si dirama da un esagono centrale. La ragione di queste sovrapposizioni culturali è presto spiegata: la fondazione della città, secondo i miti locali, andrebbe attribuita ai Nani. In seguito il feudo passò nelle mani degli Onifaroi, che eressero alcuni dei principali monumenti cittadini, tra cui il maestoso Palazzo dei Principi. Infine la città fu conquistata dai Duharion, che la resero più popolosa e potenziarono le fortificazioni, in particolare erigendo un poderoso castello sul colle orientale. Questo avrebbe permesso ai difensori di sorvegliare e contrastare più efficacemente un'eventuale avanzata di truppe nemiche da sud-est, durante le guerre contro il regno di Eh Ravendhè.
Altra peculiarità della città sono i suoi curati giardini, e i quattro ponti sul fiume Maahelf costruiti su archi abbastanza alti da non ostacolare l'importante navigazione fluviale, decisamente vitale per i commerci cittadini, e i terrazzamenti sulle colline, scavati per la coltivazione del riso nero.