lunedì 4 marzo 2019

Recensione della saga su "Il Salotto dei Betta"


Riportiamo qui di seguito la recensione della saga "Pirin" curata da Carolina Paoli per il blog letterario "Il Salotto dei Betta":

Ciao a tutti, oggi nuova recensione!^^
In questa occasione vorrei parlarvi di una saga fantasy composta da tre volumi. Si tratta di “Pirin” dell’autore Sebastiano B. Brocchi.
Il primo volume si intitola “Le memorie di Helewen”, il secondo “Hairam Regina” e il terzo “Le gesta di Nhalbar”.

"Pirin" è una saga intrisa di magia e di poesia; è ricca di personaggi, paesaggi e avventure fantastiche. Parlare singolarmente di questi tre romanzi è impossibile, sia per la lunghezza della saga completa (sono ben 1204 pagine in totale) sia per la complessità e la ricchezza della trama, perciò mi limiterò a riportare la sinossi così come la si può trovare su Amazon:
“Ti dirò ciò che so: i due pezzi della corona sono stati forgiati dal Dio Belhagard in persona, in un tempo immemorabile. Forgiò i due semicerchi con il ferro più vile e senza valore. Tuttavia, riversò in essi un incantesimo: quando la corona, una volta risaldata, fosse finita in mano alla persona predestinata a portarla, il ferro si sarebbe tramutato nell’oro più splendente. Così si conoscerà il Re del Mondo quando la corona diventerà d’oro. Fino ad allora, il mondo apparterrà a Belhagard.”

Dunque, il primo libro della trilogia si apre con l’arrivo di Domenir a Villa delle Magnolie, la residenza del suo padrino Helewen, un uomo misterioso e solitario appartenente ad un’antichissima razza semidivina, quella dei Pirin. Quindi Domenir farà da scriba a Helewen, riportando nero su bianco dapprima la storia della nascita della mistica razza dei Pirin e poi dell'intera sua vita.
Da qui in poi sarà un tuffo nel passato con una narrazione in prima persona dal punto di vista di Helewen, con alcuni ritorni al presente e quindi alla narrazione in terza persona. Una storia nella storia, anzi più storie in una come se fosse una specie di matrioska, fino ad arrivare all’epilogo nel presente.
“Pirin” abbonda di leggende e di personaggi, può risultare arduo ricordarsi di tutti i nomi. Le vite di decine di persone e creature più o meno rilevanti si intrecciano tra loro (a volte per breve tempo, a volte per sempre) ma questo intreccio non si annoda mai, ma anzi scorre sempre liscio.
L'esposizione delle numerose vicende non annoia e non confonde. L'abbondanza delle pagine non è per dare maggior volume ai libri, tutto ciò che accade ha un suo perché, come se fosse fondamentale, ecco. "Pirin" non risulta essere una lettura pesante per la sua mole, anzi ho provato sempre più curiosità andando avanti, una vera e propria sete di conoscenza di questo mondo immaginario e fantastico sotto ogni punto di vista.
Alla fine del terzo, nell’epilogo come detto in precedenza, ritorneremo al “presente”, per così dire, con Domenir ed Helewen proprio come in apertura.

ALCUNE CONSIDERAZIONI "EXTRA".
L'autore, Sebastiano, potrei definirlo come un "artista completo”: non solo ha raccontato una storia epica ed avvincente con un linguaggio per certi versi poetico - seppur sempre in prosa - dettagliato e mai pesante, ma è riuscito a farmi immergere ancora di più nel suo fantastico mondo grazie alle rappresentazioni di luoghi, personaggi oppure oggetti disegnate di suo stesso pugno.
Nella saga sono presenti anche delle vere e proprie poesie, litanie evocative e addirittura spartiti musicali.
"Pirin" è molto più di una una saga fantasy: sono tre libri intrisi di letteratura, arte magica e musica. È un'opera completa e perfetta a parer mio, che vi consiglio vivamente. Sono certa che vi piacerà!